Ovvero: limitare lo sconforto quando il web sembra un mare troppo complesso da solcare

 

Le aziende di ogni dimensione e tipologia oggi sanno che la cura della propria presenza digitale, ovvero sito, social media, e-commerce, attività di web marketing, dovrebbero essere parti integranti della propria attività. La consapevolezza, insomma c’è, ma passare ai fatti non è cosa semplice come spiega una recente ricerca dell’ Osservatorio Omnichannel Customer Experience, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano secondo la quale il 75% delle aziende intervistate ha avviato un percorso di digitalizzazione, ma solo il 35% di queste ha un vero direttore d’orchestra’ in grado di gestire strategicamente il passaggio all’omnicanalità. Per scendere ancora più nel concreto, solo il 15%  ha un budget stanziato convintamente a questo scopo.

Tra le motivazioni, l’incapacità di organizzare e leggere adeguatamente i dati relativi alla propria clientela reale e potenziale. È una situazione che non ci stupisce e che incontriamo quotidianamente, laddove ad agenzie come la nostra si chiede di trovare quel magico e delicato punto di incontro tra gestione delle pubbliche relazioni, comunicazione ai media e orientamento al marketing, partendo da una gestione interna non sempre lineare e ben definita.

Un altro ostacolo è dato dalla complessità organizzativa che l’applicazione di una strategia avanzata richiede in termini di professionisti e strumenti, specie quando le risorse per sperimentare non sono elevate. Non abbiamo certo noi la bacchetta magica ma proviamo a darvi qualche spunto a partire da temi su cui abbiamo discusso e lavorato in questi ultimi mesi insieme ai nostri clienti

Le persone prima. Ma quali?

Prima di iniziare a pianificare una strategia web, tornate là dove batte il cuore della vostra azienda. I vostri clienti. Qualunque azione che intraprenderete per acquisirne di nuovi non potrà prescindere dalla massima valorizzazione e dalla cura di questo immenso patrimonio. In forma tassativamente digitale. Come è strutturato l’attuale CRM? Contiene solo dati base come l’anagrafica o anche profilazioni avanzate? È effettivamente accessibile e ben aggiornato? Il vostro database clienti sarà tra le prime fonti di ogni azione di marketing e di comunicazione, volta a migliorare le possibilità di vendita e di acquisire nuovi clienti. Se il budget limitato vi fa sorgere qualche dubbio su quanto e dove investire per catturare nuovo pubblico, fate un piccolo passo indietro e partite da qui: i risultati saranno sorprendenti e costruirete una base inscalfibile per il futuro.

Social Media. Reagire!

Quando si parla di gestire i social media le strade sembrano essere sostanzialmente due: o avvalersi di team articolati e degni di questo nome con le necessarie figure: dal social media strategist al copy, dal social media analyst al supervisore della produzione, oppure – all’estremo opposto – orientarsi sul fai-da te. E, attenzione, non sono solo le microimprese a cedere a questa tentazione. Se fossimo costretti a scegliere tra soluzioni contenute – uno o due professionisti al massimo – ma non proprio minimali, su quali figure ci orienteremmo? Non abbiamo dubbi. Anche in questo caso, il suggerimento è di fare un passo indietro e ripensare a qual è il vero senso dei social network, lo spirito e la filosofia su cui hanno basato il proprio successo. I social sono nati per creare relazioni, non per diffondere monologhi. Molto spesso i brand dimenticano questo aspetto: i contenuti sono curati, interessanti e di alto livello, ma le figure che gestiscono la community non altrettanto. L’argomentazione che un brand del lusso per risultare ‘aspirazionale’ deve comunicare in maniera unidirezionale, in poche parole farsi desiderare, sui social non tiene. Qui la logica è completamente differente. Mancate risposte o condivisioni, scarsa attenzione alle richieste renderanno la gestione faticosa e poco proficua. Ad ogni reazione va dedicata attenzione e cura: deve essere chiaro che dietro al vostro profilo ci sono persone perfettamente in linea con i valori  del vostro marchio anche quando si tratta di ricondividere una storia o di aggiungere un tag. Il resto segue. Community manager first, quindi. Ovviamente tutte le figure sono importanti: cura del piano editoriale, delle statistiche, strategie, visual e copy sono essenziali ma, come detto, stiamo facendo un’ipotesi di ‘partenza minima.’

Le inesauribili risorse delle risorse interne (attenzione a non esaurirle)

Il coaching. Qualunque agenzia avrà comunque bisogno della vostra attenzione per acquisire autonomia piena. Spesso una criticità, ma anche un elemento vincente consiste nell’identificare all’interno della struttura aziendale persone in grado di interfacciarsi con i professionisti. È possibile che non ci sia una figura specificamente dedicata o che non sia particolarmente esperta di tecnologia e digital; la sua forza è però quella di conoscere l’azienda e le pratiche consolidate meglio di qualunque guru. In questo caso possono essere utili periodi di coaching in cui l’agenzia affiancherà lo staff del cliente in modo da costruire una sorta di linguaggio comune e insegnare, dove e se richiesto, le competenze necessarie per muoversi. Questo si traduce in ottimizzazione del lavoro, controllo, riduzione dei costi per l’azienda e soprattutto in risultati tangibili. Inutile naturalmente sottolineare che avvalersi di risorse interne non significa creare sovraccarico di lavoro senza adeguata valorizzazione.

A proposito: cosa c’entra l’Oceano che bolle? Nessun riferimento ambientalista, ma ad un modo di dire quasi inflazionato nel mondo del business con cui si invita ad affrontare problemi complessi scomponendoli in piccole parti per renderli più gestibili. Se vi va di approfondire l’argomento vi consigliamo questo articolo: https://www.forbes.com/sites/benjaminkomlos/2019/11/11/its-time-to-retire-the-phrase-dont-boil-the-ocean/

PS: Ma è sempre vero poi che semplificare aiuta? Ne parleremo in un prossimo articolo.

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Chiacchiere in pausa caffè

 

Chi ha rubato i colori?

La nostra Art Director, Mara, sta combattendo con le nuove regole di Pantone che, a causa di un mancato accordo con Adobe, non è più utilizzabile gratuitamente. Per il settore della grafica e della stampa si tratta di uno standard consolidato e utilizzato da decenni e queste ‘liti tra big’ rischiano di creare problemi a migliaia di grafici e tipografi, sebbene soluzioni e contromisure siano già allo studio come spiega questo articolo di Wired. Per noi, una semplice riflessione: non dimentichiamoci che gli ambienti digitali in cui ci muoviamo, perlopiù, non sono di nostra proprietà. La logica Cloud ci dà e ci darà sempre di più, ma siamo in casa d’altri, più o meno liberi di fare quello che vogliono. Nessun passo indietro. Solo, ricordiamocelo. Già che ci siamo, ricordiamoci anche che la carta stampata esiste ancora.

 

I Social per restare ancorati al mondo reale. Il Metaverso per scappare?

Recenti rilevazioni ci spiegano che i giovani tendono a utilizzare i social per restare in contatto con le proprie comunità, anche micro, o famigliari e mantenere un forte legame con il mondo reale, un po’ anche per il timore di perderlo. Al contrario dei meno giovani (over 35) affascinati dal concetto di Metaverso e desiderosi di perdervisi possibilmente con un biglietto senza ritorno come spiega una recente ricerca di Ipsos – Osservatorio Metaverso. È solo l’ovvia prospettiva dell’età che avanza, dirà qualcuno. Insieme a Luca, il nostro social media specialist, stiamo studiando come applicare nella pratica risultati e insights che nascono dai dibattiti in corso…Hive, BeReal, nuove funzionalità di TikTok, il pulcino Koo: qual è il mix più gradito tra realtà e perfezione?

Intanto ci godiamo un venerdì sera al cinema dove, in Glass Onions, sequel di Knives Out, abbiamo scovato una chicca: il magnate tech interpretato da Edward Norton che dirige il suo impero tramite fax. Un’eccentricità da super miliardario o nuovo trend slow tech?